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DANTE 700

L'ANTICOMMEDIA   IN   PERIODO   DI   PANDEMIA

L’artista Vanessa Modafferi - VanMod poetessa e pittrice (responsabile NEXT Art), ha riscritto i gironi e i canti dell’Inferno della Divina Commedia di Dante Alighieri, interpretandoli ai nostri giorni descrivendo la situazione sociale in stato di pandemia.

In occasione dei 700 anni dalla scomparsa del Sommo Poeta, Vanessa Modafferi nel riscrivere versi e canti sottolinea e racconta sotto forma di testimonianza, come sia ancora attuale ciò che secoli fa fu scritto, trovando una corrispondenza tra i peccati danteschi e gli atteggiamenti e le condizioni sociali odierne quali: i negazionisti del covid, i no mask, gli amanti divisi dalla pandemia, gli odiatori nei social (haters), i complottisti, ecc tutti spaccati della nostra società e condizione di vita che trovano una collocazione nei gironi infernali.

I versi della Modafferi confrontati con i versi della Divina Commedia confermano quanto attuali siano i concetti del Sommo Poeta tanto da chiedersi che non siano stati scritti proprio per lo spaccato societario odierno.

L'OPERA INEDITA

" SE DANTE CI VEDESSE " ®

di VanMod (Vanessa Modafferi)


Nel 2020, Dante Alighieri si smarrisce di nuovo nella selva oscura insieme alla sua Coscienza Poetica. Ripercorre il viaggio che fece 700 anni prima, questa volta, all’interno della società moderna.

Trova parole nuove appese agli alberi, come indicazioni stradali, con su scritto: Quarantena, Lockdown, Distanziamento Sociale, Mascherina, Congiunti, D.P.C.M.

Incuriosito ma avvolto dai dubbi si interroga…

 

 

INFERNO, CANTO I

...Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita.

Ahi quanto a dir qual era è cosa dura
esta selva selvaggia e aspra e forte
che nel pensier rinova la paura!


 

Dante e la sua Coscienza Poetica, incontrano una Lupa, simbolo di avarizia e cupidigia, che racconta loro anni di potere politico e tagli alla sanità.

Con la minaccia concreta di una Pandemia in corso, si nota un Potere Politico grasso, con le mani piene di quattrini e una Sanità ridotta a pelle ossa, piegata su sé stessa.

Potere Politico= Anime Prave (malvage,perverse).


Si trovano adesso davanti alla porta dell’Inferno.

Incontrano gli IGNAVI DELLA PANDEMIA che indossano male la mascherina, stanno ammassati, non si interrogano su quello che sta accadendo intorno a loro, non cercano informazioni, ubbidiscono passivi e con menefreghismo, nella scena si vede che vengono punti da vespe e mosconi che non provano a scacciare in nessun modo.

 

 INFERNO, CANTO III

… Dinanzi a me non fuor cose create
se non etterne, e io etterno duro.
Lasciate ogne speranza, voi ch’intrate...

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I CERCHIO, INGRESSO NEL LIMBO

 

Dante, superato l’uscio si ritrova nel Limbo 2020 in piena Pandemia Covid-19 e trova un esercito di anime sospese, in scarpe da ginnastica.

Anime virtuose ma inascoltate, hanno PC e telefonini parlanti davanti, sono tutti i bambini e gli adolescenti, tutta l’infanzia parcheggiata che non riceve spiegazioni dagli adulti.

Poco più il là, tutti i Poeti a cantare litanie, anch’essi inascoltati.

 

 INFERNO, CANTO IV

«L’angoscia de le genti
che son qua giù, nel viso mi dipigne
quella pietà che tu per tema senti.

Andiam, ché la via lunga ne sospigne».
Così si mise e così mi fé intrare
nel primo cerchio che l’abisso cigne

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INGRESSO NEL II CERCHIO: LUSSURIOSI

 

Dante qui incontra gli amanti divisi, separati dai DPCM, costretti ad amplessi a distanza o negati.

Volano per aria, formando una larga schiera simile a quella degli stornelli. (scena che ricorda Chagall). Es. Paolo e Francesca.

Minosse, giudice con sembianze bestiali.

 

 INFERNO, CANTO V

… Così discesi del cerchio primaio
giù nel secondo, che men loco cinghia,
e tanto più dolor, che punge a guaio.


 … Non impedir lo suo fatale andare:
vuolsi così colà dove si puote
ciò che si vuole, e più non dimandare

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INGRESSO NEL III CERCHIO: GOLOSI

 

Dante, arrivato sempre più giù, trova tutti i ristoranti chiusi, ma i dannati golosi, bramano cibo a piene mani.

Chiusi nelle loro case urlano e reclamano libagioni di ogni sorta, che i poveri ristoratori, dovevano lanciare dalle loro macchinine e motorini.

I Golosi organizzavano banchetti luculliani clandestini, con cibo in sovrabbondanza, dopo aver preso d’assalto i supermercati.


INFERNO, CANTO VI

Li occhi ha vermigli, la barba unta e atra,
e ’l ventre largo, e unghiate le mani;
graffia li spirti, ed iscoia ed isquatra.

Urlar li fa la pioggia come cani;
de l’un de’ lati fanno a l’altro schermo;
volgonsi spesso i miseri profani.


Come quel cane ed è affamato e poi si placa, quando addenta il boccone,poichè non ha altro pensiero che divorarlo, allo stesso modo si placarono le facce sagge del demonio Cerbero, che rintrona a tal punto le anime che vorrebbero essere sorde.

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INGRESSO NEL IV CERCHIO: AVARI E PRODIGHI

 

Dante e la Coscienza Poetica, proseguono la discesa agli inferi, ed improvvisamente trovano dannati intenti a fabbricarsi mascherine all’uncinetto ed altri dalla parte opposta sfoggiavano mascherine griffate pronti a lanciare l’ultima moda come bravi influencer, facendosi selfie da pubblicare nelle stories.


INFERNO, CANTO VII

Così scendemmo ne la quarta lacca
pigliando più de la dolente ripa
che ’l mal de l’universo tutto insacca.

Ahi giustizia di Dio! tante chi stipa
nove travaglie e pene quant’io viddi?
e perché nostra colpa sì ne scipa?

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INGRESSO NEL V CERCHIO: IRACONDI E ACCIDIOSI

 

Urla, schiamazzi, ingiurie accolgono un Dante sempre più preoccupato e impotente. E si ritrova nel bel mezzo di un conflitto social, tra chi rispetta le regole e chi no.

Tra chi mette in discussione e chi esegue a capo chino. Una polarizzazzione costante, gli Iracondi che con la bava alla bocca offendono e come leoni da tastiera con i denti pieni di sangue, azzannano gli Opinionisti seduti nei salotti televisivi.


INFERNO, CANTO VII

«Pape Satàn, pape Satàn aleppe!»
cominciò Pluto con la voce chioccia;
e quel savio gentil, che tutto seppe,

disse per confortarmi: «Non ti noccia
la tua paura; ché, poder ch’elli abbia,
non ci torrà lo scender questa roccia».

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INGRESSO NELLA PALUDE DELLO STIGE: NEGAZIONISTI ED ERETICI

 

Dante e la sua Coscienza Poetica, si interrogano su cos’altro potrebbe mai attenderli di sconfortante e si ritrovano nella Palude melmosa dello Stige.

Qui vi trovano i Negazionisti della Pandemia, che appena lo vedono arrivare, lo aggrediscono urlandogli in faccia chi fosse lui per poter traghettare liberamente all’inferno essendo egli vivo, insultandolo ed insinuando fosse uno dei Poteri Forti, quindi un satanista pedofilo, assetato di denaro e di cose non dette. Questi causavano sofferenze alla società e non videro la bellezza della vita perché posseduti dal Culto del Sospetto costante, angosciati dalla morte non vissero la vita.

Insieme a loro, gli Eretici, convinti che la terra fosse piatta, si assottigliarono come lamine e mai più riuscirono a sedersi.


INFERNO, CANTO VIII

E io mi volsi al mar di tutto ’l senno;
dissi: «Questo che dice? e che risponde
quell’altro foco? e chi son quei che ’l fenno?».

Ed elli a me: «Su per le sucide onde
già scorgere puoi quello che s’aspetta,
se ’l fummo del pantan nol ti nasconde».

Corda non pinse mai da sé saetta
che sì corresse via per l’aere snella,
com’io vidi una nave piccioletta

venir per l’acqua verso noi in quella,
sotto ’l governo d’un sol galeoto,
che gridava: «Or se’ giunta, anima fella

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ARRIVO AL VII CERCHIO: VIOLENTI, ADULATORI, INDOVINI, LADRI, RUFFIANI

 

Secondo Pandemia Covid-19, qui, si trovano quelli che sfasciano il bene pubblico, che mettono in pericolo la vita altrui, quelli che traggono profitto dall’emergenza sanitaria, sulla pelle del prossimo.

Dante desolato ritrova Chiese gremite e teatri chiusi. Qui ci sono tutti gli irrispettosi dell’Arte e della Cultura. Fedeli che pregano e artisti che piangono.


INFERNO, CANTO IX

«O cacciati del ciel, gente dispetta»,
cominciò elli in su l’orribil soglia
«ond’esta oltracotanza in voi s’alletta?

Perché recalcitrate a quella voglia
a cui non puote il fin mai esser mozzo,
e che più volte v’ha cresciuta doglia?

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INGRESSO AL II GIRONE DEL VII CERCHIO: NO MASK E CREATORI DI ASSEMBRAMENTI I SUICIDI TRASFORMATI IN PIANTE

 

Dante in questo secondo Girone del settimo cerchio, trova dei manifestanti No mask trasformati in alberi secchi e spogli, incuranti di arrecare danno a sé stessi e agli altri, pronunciano parole sconnesse come anidride carbonica, microchip e dittatura sanitaria.

 

INFERNO, CANTO XIII

Quivi le brutte Arpie lor nidi fanno,
che cacciar de le Strofade i Troiani
con tristo annunzio di futuro danno.

Ali hanno late, e colli e visi umani,
piè con artigli, e pennuto ’l gran ventre;
fanno lamenti in su li alberi strani.

E ’l buon maestro «Prima che più entre,
sappi che se’ nel secondo girone»,
mi cominciò a dire, «e sarai mentre

che tu verrai ne l’orribil sabbione.
Però riguarda ben; sì vederai
cose che torrien fede al mio sermone».

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INGRESSO AL III GIRONE DEL VII CERCHIO: I BESTEMMIATORI, LAUREATI DELLA STRADA, VIROLOGI SOCIAL E TUTTOLOGI DEL WEB.

 

Dante qui trova dei Dotti con titoli finti, affetti dalla Sindrome Dunning Kruger, incompetenti inconsapevoli di esserlo, condannati a credersi competenti, quando in realtà non lo sono affatto.

 

Le bestemmie, come le urla di Caronte, indicano lo stravolgimento della natura umana.

 


INFERNO, CANTO XIV

O vendetta di Dio, quanto tu dei
esser temuta da ciascun che legge
ciò che fu manifesto a li occhi miei!

D’anime nude vidi molte gregge
che piangean tutte assai miseramente,
e parea posta lor diversa legge

Supin giacea in terra alcuna gente,
alcuna si sedea tutta raccolta,
e altra andava continuamente.

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INGRESSO NEL III GIRONE DEL VII CERCHIO: USURAI

 

Seduti nel sabbione infuocato a bordo del cerchio Dante trova molte attività chiuse ma gli usurai continuano a riscuotere le tasse.

 

INFERNO, CANTO XVII

«Ecco la fiera con la coda aguzza,
che passa i monti, e rompe i muri e l’armi!
Ecco colei che tutto ’l mondo appuzza!».

Sì cominciò lo mio duca a parlarmi;
e accennolle che venisse a proda
vicino al fin d’i passeggiati marmi.

E quella sozza imagine di froda
sen venne, e arrivò la testa e ’l busto,
ma ’n su la riva non trasse la coda.

La faccia sua era faccia d’uom giusto,
tanto benigna avea di fuor la pelle,
e d’un serpente tutto l’altro fusto;

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INGRESSO NEL VIII CERCHIO LE MALEBOLGE: RUFFIANI E SEDUTTORI

 

Posto formato da pietre color ferro, baratri e strapiombi, pozzi profondi.

Qui Dante trova le Spie, i vicini di casa che segnalano presunte “Bolge” e quelli che additano il condomino positivo, che se ne sta rinchiuso in quarantena, come un appestato, non più degno di saluto.


INFERNO, CANTO XVIII

Di qua, di là, su per lo sasso tetro
vidi demon cornuti con gran ferze,
che li battien crudelmente di retro.

Ahi come facean lor levar le berze
a le prime percosse! già nessuno
le seconde aspettava né le terze

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INGRESSO NEL VIII CERCHIO MALEBOLGE-MALEBRANCHE: I BARATTIERI

 

Qui Dante e la sua Coscienza Poetica incontrano i Diavoli che puniscono i Barattieri con la pece bollente, in questo posto troverà tutti i corruttori e coloro che attuano scambi di favori, estorsioni per denaro e per potere. Chi salta la fila per avere il vaccino o un reddito facile facile senza lavorare.

 

INFERNO, CANTO XXI

Allor mi volsi come l’uom cui tarda
di veder quel che li convien fuggire
e cui paura sùbita sgagliarda,

che, per veder, non indugia ’l partire:
e vidi dietro a noi un diavol nero
correndo su per lo scoglio venire.

 

Ahi quant’elli era ne l’aspetto fero!
e quanto mi parea ne l’atto acerbo,
con l’ali aperte e sovra i piè leggero!

 

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INGRESSO NEL VIII CERCHIO NONA BOLGIA: SEMINATORI DI SCISMA (discordie)

 

Qui Dante incontra coloro i quali creano ad arte divisioni in campo politico, religioso, sociale.

Sono i produttori mascherati di fake news, populisti e divisori delle folle. Le Bestie mediatiche di Propaganda.


INFERNO, CANTO XXIII

E come l’un pensier de l’altro scoppia,
così nacque di quello un altro poi,
che la prima paura mi fé doppia

Io pensava così: ’Questi per noi
sono scherniti con danno e con beffa
sì fatta, ch’assai credo che lor nòi.

Se l’ira sovra ’l mal voler s’aggueffa,
ei ne verranno dietro più crudeli
che ’l cane a quella lievre ch’elli acceffa’

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INGRESSO NEL IX CERCHIO: TRADITORI DEI PARENTI, DELLA PATRIA, DEGLI OSPITI, DEI BENEFATTORI

 

Prima di Lucifero, Dante incontra i traditori che in Pandemia Covid-19 inseguivano le ambulanze per accertarsi fossero davvero in emergenza.

Picchiavano i medici e li offendevano in tutti i modi, insieme ai negazionisti dubitavano persino dei loro parenti più stretti e degli amici.


INFERNO, CANTO XXXIII

E un de’ tristi de la fredda crosta
gridò a noi: «O anime crudeli,
tanto che data v’è l’ultima posta,

levatemi dal viso i duri veli,
sì ch’io sfoghi ’l duol che ’l cor m’impregna,
un poco, pria che ’l pianto si raggeli

 

Per ch’io a lui: «Se vuo’ ch’i’ ti sovvegna,
dimmi chi se’, e s’io non ti disbrigo,
al fondo de la ghiaccia ir mi convegna

 

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LUCIFERO: IL VIRUS SARS-CoV-2


Dante e la sua Coscienza Poetica riuscirono ad arrivare sino al centro della Terra e si trovarono davanti il temuto Virus con tre facce e ricco di varianti stupefacenti che brillavano di riflessi poliglotti. Sotto ogni faccia escono due enormi ali proporzionate alle dimensioni del mostro, non sono piumate ma sembrano di Pipistrello che egli sbatte producendo venti gelidi.

La Coscienza Poetica si rivolge a Dante, per farlo desistere dallo stare lì davanti senza nessuna protezione e i due si arrendono alla Scienza, che con un vaccino può porre fine a questa moderna sciagura caduta sugli uomini.

Il Sommo Poeta provato da questo viaggio, si rende conto che in 700 anni, i suoi simili hanno solo scavato ancora più a fondo e che le Coscienze hanno continuo bisogno di salvezza.

Dante alzando chi occhi scova un pertugio tondo nella crosta terrestre ed intravede gli astri del Cielo e così esce dall’Inferno, con un timbro sul passaporto e col desiderio di riposare per altri secoli, lontano dagli Uomini e dai loro ormai incalcolabili Vizi Capitali.

 

INFERNO, CANTO XXXIV

Oh quanto parve a me gran maraviglia
quand’io vidi tre facce a la sua testa!
L’una dinanzi, e quella era vermiglia.

 

 

Lo duca e io per quel cammino ascoso
intrammo a ritornar nel chiaro mondo;
e sanza cura aver d’alcun riposo,

salimmo sù, el primo e io secondo,
tanto ch’i’ vidi de le cose belle
che porta ’l ciel, per un pertugio tondo.

E quindi uscimmo a riveder le stelle

 


 

 

VanMod - Vanessa Modafferi Marzo 2021

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