New EXtraordinary Talents
Casanova e le Spezie

UN'INTRODUZIONE DI ELENA CESCA DI "VIA DELLE SPEZIE"

CASANOVA:
UN PONTE TRA ORIENTE E OCCIDENTE

Giacomo Girolamo Casanova: avventuriero, scrittore, poeta, diplomatico, ma anche alchimista, grande amatore, gourmet. Uno dei massimi rappresentanti dello stile di vita libertino.
Cittadino della Repubblica di Venezia. Ed è proprio grazie alla storia gastronomica di Venezia, già antecedente alla nascita di Casanova, se possiamo oggi ricostruire e meglio comprendere la panoramica sociale e culturale vissuta dal nostro protagonista nel Settecento, figlia delle numerose contaminazioni orientali. Per secoli infatti, Venezia è stata il cuore pulsante dell'editoria gastronomica.
I primi ricettari (come l'anonimo “Libro per cuoco”, scritto in veneziano arcaico) compaiono già nel trecento e contemplano un largo uso di zucchero e spezie, a testimonianza della già forte influenza musulmana, considerata in quel periodo un modello da imitare per tutta l'Europa.
I cristiani, inoltre, si dimostravano molto affascinati dalla sensualità che i musulmani sapevano attribuire al cibo. La cucina araba era nota per fare un sapiente uso delle spezie: una famiglia del ceto
medio spendeva infatti nell'acquisto di spezie, altrettanto che in carne. Venezia aveva scoperto l'eccitazione che può derivare dalla conquista del superfluo. E fu così che da Bisanzio i veneziani giungevano con stoffe e spezie preziose che poi esportavano ovunque, diffondendo nuovi bisogni e nuovi simboli. I consumi di spezie erano sempre più dettati dal desiderio e dall'immaginario... il loro
prezzo, inaccessibile ai più, era già motivo sufficiente per farne un irrinunciabile oggetto del desiderio.
Si aggiungeva poi quell' onirico elemento legato alla loro provenienza dall'Oriente, terra misteriosa e lontana che nelle raffigurazioni cartografiche del tempo era contigua al Paradiso terrestre: considerati i mondi dell'abbondanza, della felicità e dell'eternità. Nel trecento si diffuse così la vera e propria arte degli spezieri, figure queste ultime che godevano di una reputazione tale da procurare a Venezia la fama di esser la più grande drogheria d'Europa.
Gli spezieri da medicine (considerati in quel periodo dei veri e propri medici) erano concordi nel ritenere che “il calore delle spezie favorisse la digestione dei cibi, la loro cottura nello stomaco”, e per tale motivo le spezie erano utilizzate anche sottoforma di confetti per il fine pasto e prima di coricarsi.
Tuttavia nel Settecento la massiccia influenza della cucina francese, portò ad un rapido declino dei sapori forti, a favore di una ritrovata delicatezza degli aromi. Sebbene abbiamo notizia che lo stesso Casanova non disdegnasse questi cibi più semplici e popolareschi, non possiamo ignorare come le sue pietanze preferite continuassero ad essere sempre esaltate da un pizzico di spezie. A dimostrazione di ciò notiamo infatti come anche nei suoi piatti prediletti, non mancassero mai aromi orientali.
Al primo posto i suoi amati maccheroni, i quali venivano insaporiti (oltre che con un generoso condimento di burro e formaggio) dalle spezie dolci quali cannella e noce moscata, ed una spolverata di pepe di Xerica, una pregiata varietà proveniente dal Madagascar.
Al secondo posto tra le sue preferenze culinarie troviamo poi l'ogliapotrida, anch'essa pietanza esaltata da preziose spezie orientali come la paprika affumicata, i semi di coriandolo e lo zafferano, pestati insieme con una testa d'aglio. Infine ricordiamo la sua sfrenata passione per le ostriche, cibo afrodisiaco per eccellenza, che amava consumare crude e tutt'al più cosparse solo da una manciata di
pepe rigorosamente macinato al momento. Scopriamo così un ulteriore ed inedito aspetto della poliedrica personalità di Casanova, il quale risulta essere testimone (forse inconsapevole) di una importante continuità nella valorizzazione del ruolo delle spezie nella gastronomia veneziana anche quando questo, surclassato dalla novelle cuisine francese, sembrava ormai solo relegato ai margini.
A sigillo di ciò, non possiamo che concludere con una sua celebre citazione, senza alcun dubbio ispirata dalle sue doti di grande amatore quale fu: “Non si dimentichi che l'Amore vuole cibi sostanziosi e caldi, e se ci si ostina a rifiutarglieli, si inaridisce."

Elena Cesca

Fonti bibliografiche: Casanova Gourmet – viaggio con un goloso libertino nel secolo dei Lumi. Pierluigi Visintin.
Edizioni Kappa Vu 2010