ARTIST: Germana Snaidero
TITLE: Casanova e la Musica
MEASURES: cm 64 x 48
TECHNIQUE: Acquerello su carta
DESCRIPTION: Al tempo di Casanova la Serenissima era permeata dalla musica colta: basti pensare alla grande eredità del periodo barocco di illustri compositori veneziani quali Antonio Vivaldi, Benedetto Marcello e Giuseppe Tartini. Già dal XVII Venezia poteva vantare il maggior numero di teatri liberi metropolitani d’Italia, con un’offerta incredibile di concerti, spettacoli teatrali e feste danzanti.
Fin da piccolo il giovane Giacomo aveva imparato ad amare la musica in famiglia, dai genitori che erano commedianti e attori nel teatro musicale. Sembra che sia stato il dottor Gozzi ad insegnare a Casanova a suonare il violino, lo strumento nobile per eccellenza dell’orchestra barocca.
Dopo i primi anni di mirabolanti avventure all’estero, Casanova rientrò a Venezia e dal 1744 al 1746, si guadagnò da vivere suonando il secondo violino al Teatro San Samuele di Venezia, che apparteneva ai nobili impresari Grimani, divenuti tutori del ragazzo alla morte del padre. Si dice che proprio uno dei Grimani, Michele, fosse il vero padre di Casanova.
Sempre in ambito musicale, Casanova aveva un amico fraterno, che come lui aveva fama di grande seduttore: Lorenzo Da Ponte. Era il librettista di Mozart, e metteva il suo talento letterario al servizio del divino musicista. Nel 1787 ci fu la prima rappresentazione del Don Giovanni di Mozart a Praga ma, mentre Da Ponte non era presente, in platea era seduto Giacomo Casanova, che in quei suoi ultimi anni svolgeva il compito di bibliotecario nel castello di Dux, su incarico del conte Waldstein. In una una sua lettera autografata, Giacomo afferma di aver dato alcuni suggerimenti a Mozart riguardo ad aggiunte sul libretto dell’opera.
COMMENTO SULL’OPERA:
Se c’è un fil rougenella vita di Giacomo Casanova, lo si può intercettare nel suo rapporto con la musica, in particolare il violino, strumento che ha cominciato fin da piccolo a frequentare e che lo ha probabilmente accompagnato fino agli ultimi giorni.
Tra tante esperienze ed avventure transitorie, Giacomo non ha mai abbandonato il violino e, ogni volta che lo imbracciava, gli ricordava la sua Venezia.